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Come in un racconto corale, la complessità della storia progettuale di Giovanna Talocci si articola a più voci e su più registri, restituendo così gli incontri umani e professionali che sono alla base del mestiere del designer. Ne risulta un volume che esce dall'austerità della monografia - di cui mantiene però il valore scientifico e documentario - per sfociare nel calore di una storia plurale. Come ha notato Anty Pansera, lo strumento più prezioso nelle mani del designer è infatti la sua insaziabile "curiosità naturale per l'innovazione e per la ricerca di nuovi materiali e di nuove tecnologie, e soprattutto l'attenta e profonda osservazione della realtà che la circonda, delle esigenze dei nuovi comportamenti".